IL SITO

Dal giugno 2014, l’Associazione VerginiSanità, in collaborazione con l’Associazione Celanapoli, ha ottenuto in affidamento alcuni locali al piano terra di Palazzo Peschici-Maresca, di proprietà dell’Arciconfraternita dei Pellegrini, con l’obiettivo di promuovere progetti e attività culturali, a partire dalla valorizzazione del sito archeologico Acquedotto Augusteo del Serino, reso oggi accessibile attraverso un percorso che conduce al piano interrato.
Queste azioni, svolte in un contesto urbano spesso interessato da fenomeni di violenza e degrado, hanno una profonda connotazione sociale e culturale: le strategie di riqualificazione, infatti, sono tanto più efficaci quanto maggiore è il senso di appartenenza dei cittadini e la consapevolezza del proprio patrimonio.
Il programma generale, denominato AquaAugusta, prevede il coinvolgimento di Enti Pubblici, associazioni, operatori economici e culturali che operano sul territorio, al fine di mettere in rete le attività e di permettere a residenti e visitatori di vivere i luoghi e gli spazi del quartiere in maniera innovativa e partecipata.
L’Associazione mira in particolare ad ampliare l’offerta di fruizione e l’attività di promozione, sperimentando nuove modalità di lettura e differenti interpretazioni del ricco patrimonio materiale e immateriale.
Alle visite guidate tradizionali sono abbinati eventi di vario tipo quali: mostre e installazioni di arte contemporanea, laboratori di partecipazione e sviluppo di comunità, progetti didattici multidisciplinari; attività compatibili con il pregio e l’importanza storica del sito, svolte nel rigoroso rispetto delle norme di tutela e conservazione del patrimonio culturale.

acquedotto augusteo

L’ Acquedotto Augusteo del Serino è un’infrastruttura di epoca Romana tra le più imponenti del mondo antico, che si sviluppa per circa 100 km, dalle sorgenti fino alla Piscina Mirabilis a Miseno.
Nei locali sotterranei del Palazzo Peschici-Maresca, in via Arena Sanità, sono stati scoperti e identificati due tratti affiancati dell’antico acquedotto con una interessante successione di pilastri ed arcate in laterizi e tufo. Un’evidenza archeologica di eccezionale interesse per ubicazione, complessità e peculiarità costruttive.
I ponti-canale, utilizzati come fondamenta del Palazzo, disegnano uno spazio stratificato, adibito nel corso dei secoli a cantina, rifugio antiaereo, luogo di discarica.

Brochure di presentazione

per approfondimenti
Convegno AISI 2016 – Colussi, Leggieri
Convegno AISI 2018 – Colussi, Leggieri

Palazzo Peschici-Maresca

Agli inizi dell’Ottocento apparteneva al Marchese di Peschici ma, da ricerche condotte nell’archivio dell’Arciconfraternita dei Pellegrini, fino a tutto il Settecento, era dei Maresca, importante famiglia di armatori. Oggi il palazzo, di proprietà dell’Arciconfraternita, si presenta ancora imponente, con la merlatura sulla sommità ed alcune mensole in piperno, visibili lungo via Sannicandro.
Un tempo, al posto di questa strada, si estendeva un ampio giardino che arrivava fino ai Vergini. Si tratta di un genere di residenza secentesca, come probabilmente indica anche la piccola balaustra – presente lungo la via Arena della Sanità – al centro della quale è lo stemma con il labello.
Sulla stessa strada, accanto al portale, sulla cui sommità è ancora riconoscibile l’invaso che accoglieva lo stemma, fino a metà del secolo passato era la Cappellina della Purità all’Arena. Testo di Massimo Rippa

Il borgo dei vergini

Il Borgo dei Vergini si estende nel fondo valle delimitato dalle colline di Capodimonte, Miradois, Scudillo, Stella e Materdei, corrispondente alla valle dei Vergini; nel corso dei secoli la conformazione di questa zona pianeggiante è stata fortemente modificata sia dalle alluvioni che portavano detriti dalle colline circostanti (la cosiddetta lava dei Vergini), sia dagli interventi umani.
Risalgono al periodo greco-ellenistico le sepolture ipogee ritrovate nel Borgo, all’esterno delle mura cittadine di Neapolis; la destinazione funeraria della zona era collegata principalmente alla facilità di scavare il materiale tufaceo. Le cavità ricavate sin dall’epoca greca vennero poi riutilizzate in età cristiana, quando sorsero le prime basiliche. Dal Cinquecento e fino all’inizio del Settecento l’area conobbe un’intensa attività costruttiva da parte di ecclesiastici e privati perché era sottratta alle restrizioni imposte dai governi all’interno delle mura. Da segnalare, tra i primi edifici di pregio, il cinquecentesco Palazzo Traetto.
L’architetto Ferdinando Sanfelice diede una notevole impronta al Borgo nei primi decenni del Settecento con la costruzione del proprio palazzo familiare e con la ricostruzione della chiesa di S. Maria Succurre Miseris, sui resti dell’antica chiesa cistercense di S. Antoniello.  Allo stesso architetto si attribuisce l’impianto del Palazzo del Marchese di Poppano, detto dello Spagnolo. Tra i palazzi settecenteschi sono da ricordare quello del principe di S. Elia e il palazzo de’ Liguoro. Di particolare valore tra gli edifici ecclesiastici, le chiese di S. Aspreno e di S. Maria ai Vergini.

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